A new experience combining food, art and landscapes

A SPASSO CON MALAPARTE – In collaborazione con EatPrato2019

A SPASSO CON MALAPARTE – In collaborazione con EatPrato2019

“Io son di Prato, m’accontento d’esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo, tanto compiango coloro che, aprendo gli occhi alla luce, non si vedono intorno le pallide, spregiose, canzonatorie facce pratesi, dagli occhi piccoli e dalla bocca larga, […] e fuori dalla finestra, di là dai tetti, la curva affettuosa della Retaia, il ginocchio nudo dello Spazzavento, le tre gobbe verdi del Monte Ferrato, gli olivi di Filettole, di Santa Lucia, della Sacca, e i cipressi del Poggio del Fossino, sopra Coiano. E questo dico non perché son pratese, e voglia lisciar la bazza ai miei pratesi, ma perché penso che il solo difetto dei toscani sia quello di non esser tutti pratesi”.

Chi non ha letto o sentito almeno una volta questa citazione, volutamente canzonatoria, che descrive il rapporto di profondo affetto tra un uomo e la sua terra? Per chi non lo avesse mai fatto, deve sapere che questa citazione è uno dei passaggi più noti di “Maledetti Toscani”, una pubblicazione che ha visto la luce nel 1956 ad opera di un certo Kurt Erich Suckert, nato a Prato nel 1898 e da tutti conosciuto come Curzio Malaparte.

Scrittore, giornalista, ufficiale, poeta e saggista italiano, nonché diplomatico, agente segreto, sceneggiatore, inviato speciale e regista cinematografico, Curzio Malaparte non si può dire che non abbia vissuto la sua vita intensamente, in un rocambolesco equilibrio tra “Genio e Follia”. Di lui si racconta fosse una figura molto importante dell’espressionismo e del neorealismo in letteratura; noto principalmente all’estero i suoi manoscritti più celebri furono i romanzi Kaputt (1944) e La pelle (1949), opere neorealiste a sfondo autobiografico basate sulla sua esperienza di giornalista e ufficiale durante la seconda guerra mondiale.

Ma per i pratesi, il suo libro più famoso è e resta quei Maledetti Toscani in cui egli narra episodi della propria giovinezza, la bellezza dei paesaggi della Toscana e soprattutto descrive in modo ironico le caratteristiche dei suoi concittadini pratesi. Questa pubblicazione sarà di fatto quella che lo lega più di ogni altra alla città di Prato, che gli ha dato i natali e presso la quale ha frequentato gli anni della scuola, tra i banchi dello stesso Convitto Cicognini in cui ha seduto il Vate Gabriele D’Annunzio.

Intensa e forse anche un po’ contorta, la storia di Curzio Malaparte, che assunse questo pseudonimo dal 1925, come paronomasia al cognome Bonaparte. Egli inoltre si soprannominò l'”Arcitaliano”, per avere racchiuso nella sua complessa e contraddittoria personalità molti difetti e pregi degli italiani.

L’intensità che ha caratterizzato la sua esistenza si è verosimilmente riflessa anche nella sua prolifica attività di scrittura, comprendente oltre 35 pubblicazioni tra saggistica, narrativa, poesia, articoli su giornali e riviste, opere teatrali ed in alcuni casi addirittura produzioni cinematografiche.

Come intellettuale fu inizialmente sostenitore del fascismo, poi voce critica e oppositore dello stesso. La sua letteratura si caratterizza per la mescolanza di fatti reali, spesso autobiografici, ad altri immaginari, talvolta portati all’estremo fino al farsesco, soprattutto laddove si trova a riportare e denunciare le atrocità della Seconda Guerra Mondiale.

Ed è proprio all’illustre scrittore pratese, considerato uno dei personaggi più singolari e geniali che abbiano vissuto in città, che EatPrato2019 – la manifestazione che celebra l’enogastronomia del territorio, organizzata dalla Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi e promossa dal Comune di Prato – ha scelto di dedicare sabato 1 giugno una passeggiata in notturna, “A spasso con Malaparte” per le vie del centro storico. Un itinerario che origina dal Giardino Buonamici e che si accompagna alla degustazione del Vermouth Bianco di Prato, del Vermouth Sb, del Vermouth Rosso, di Ippocrate e del Vermouth Rose del Conte dell’Opificio Nunquam, laboratorio artigianale che ancora oggi produce detto liquore con le stesse modalità di lavorazione indicate nella ricetta originale del 1750.

L’appuntamento è dalle 21.30; info e prenotazioni www.eatprato.it

Please follow and like us:
RSS
Follow by Email
Facebook
Facebook
Instagram