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CAMMIN FACENDO… LUNGO LA VIA MEDICEA

CAMMIN FACENDO… LUNGO LA VIA MEDICEA

Un cammino suggestivo nei luoghi dei Medici, attraverso quelle terre dove i Granduchi vivevano e cacciavano; un percorso che si sviluppa prevalentemente su strade vicinali e sentieri CAI e – sfruttando antichi tracciati viari – dalle Cascine di Tavola arriva fino a Fucecchio nel Valdarno inferiore. E’ la nuova Via Medicea, lunga ben 76 chilometri, che lungo il suo tracciato incontra ben tre Ville Medicee facenti parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco – la Villa Medicea di Poggio a Caiano, la Villa Medicea La Ferdinanda di Artimino e la Villa Medicea di Cerreto Guidi nonché il Montalbano. Il modo migliore per affrontare tale percorso estremamente suggestivo e denso di emergenze culturali armonicamente inserite nel contesto ambientale, è di suddividere l’itinerario in quattro tappe: dalle Cascine Medicee di Prato ad Artimino (19,2 km), da Artimino a Bacchereto (22,1 km), da Bacchereto a Vinci (18 km) per concludere con l’ultima frazione da Vinci a Fucecchio (16,7 km).

1° tappa – Cascine Medicee – Artimino (19,2 km con un dislivello di 635 metri; tempo medio di cammino 5 ore e 40)

Villa Medicea di Poggio a Caiano, facciata e giardino
Punto di osservazione panoramica dal Borgo di Artimino – Credit: Fooding Planet

In questa prima parte del percorso, che si collega in parte con la Via della Lana e della Seta, si incontrano diversi segni della presenza dei Medici: oltre alle Cascine, oggi adibite in gran parte a parco urbano e con funzioni di centro di sperimentazione agricola, si lambiscono altresì la Villa Medicea di Poggio a Caiano con annesso Museo della Natura Morta al secondo piano della medesima, ed il Barco di Bonistallo – oggi parco pubblico ma un tempo riserva di caccia per i Granduchi – alla cui sommità si trova la Chiesa di San Francesco a Bonistallo, costruita nel XVIII secolo. Si incontrano poi alcune captazioni degli antichi Condotti Medicei che da Carmignano – nei pressi della Pieve di San Michele – portavano l’acqua fino alla Villa Ambra di Poggio a Caiano, attraverso la valle del Rio di Montiloni e la collina del Castellaccio e si trova traccia anche del boschetto del Ragnaione, ovvero una parte del bosco delle Cascine di Poggio a Caiano, fitta di alberi tra i quali venivano stese le reti per la cattura degli uccelli. L’ultimo tratto serve a raggiungere il borgo medievale di Artimino; qui, nelle antiche stalle granducali addossate all’esterno della cinta muraria oggi si trova il Museo Archeologico Comunale in cui sono ospitati i reperti degli scavi sul territorio che abbracciano il periodo dal VII secolo a.C. fino alla prima età romana imperiale, rinvenuti in particolare sul crinale che collega il borgo alla Villa La Ferdinanda in prossimità della Paggeria, nelle Tombe di Boschetti, nei Tumuli di Montefortini e Grumaggio, nella Necropoli di Prato Rosello e nell’area archeologica di Pietramarina.

2° tappa – Artimino – Bacchereto (22,1 km con un dislivello di 790 metri; tempo medio di cammino 6 ore e 15)

Villa La Ferdinanda di Artimino e Paggeria – Credit photo: Fototeca APT

In questa parte di percorso si parte proprio da Artimino, dalla Villa Medicea La Ferdinanda o altrimenti detta Villa dei Cento Camini per l’inconfondibile sagoma coronata dai numerosi camini e comignoli, costruita per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici negli ultimi anni del XVI secolo sotto la guida dell’architetto Bernardo Buontalenti, che per questa ultima residenza del sistema regionale delle tenute medicee scelse una summa stilistica di tutte le altre già esistenti. Come già avvenuto per quella di Poggio a Caiano, anche per questa Villa fu creato una riserva recintata per le attività venatorie granducali, estesa su oltre 4000 ettari localizzati sul crinale del Montalbano e perimetrata da un alto muro di 50 km che prese il nome di Barco Reale. Qui trovavano spazio uccelli di vario genere e selvaggina, lepri, cinghiali, cervi, daini bianchi e perfino orsi. Ma non solo, entro tale perimetro insistevano poderi vitati e nel 1716, il Granduca Cosimo I emanò un editto che stabiliva norme molto restrittive per la produzione dei vini al suo interno: fu il primo esempio di Denominazione di Origine Controllata della storia.

3° tappa – Bacchereto – Vinci (18 km con un dislivello di 540 metri; tempo medio di cammino 6 ore e 40)

Via Medicea – Vigneti e panorama

Nella terza tappa, i segni della presenza dei Medici si ritrovano soprattutto nel muro del Barco mediceo, di cui oggi rimangono in piedi circa 30 km. Questa lunga recinzione, un tempo intervallata da cancelli – ora scomparsi – e chiuse a cateratte, era costruita con pietra arenaria e calce e toccava varie frazioni tra Poggio a Caiano, Carmignano, Artimino, Poggio alla Malva, Bacchereto, Faltognano, S. Amato e Porciano ma con l’inizio del Settecento egli iniziò a subire un progressivo abbandono perché troppo scarsi erano gli introiti che si potevano ricavare dalla vendita del legname e al contempo troppo alte erano le spese di manutenzione. Da qui si giunge attraverso il Montalbano fino a Vinci, terra natale di Leonardo che con i Medici di Firenze ebbe oltretutto un rapporto di amicizia e stima reciproca.

4° tappa – Vinci – Fucecchio (16,7 km con un dislivello di 180 metri; tempo medio di cammino, 4 ore e 10)            

Nell’ultima tappa di questo cammino lungo la Via Medicea – che presenta un collegamento diretto con la Via Francigena, il segno più evidente della presenza dei Medici è a Cerreto Guidi, dove sorge l’omonima Villa Medicea voluta dal Granduca Cosimo I. Un edificio monumentale fatto edificare a metà del Cinquecento usato come base di partenza per le battute di caccia – ancora oggi ospita il Museo Storico della Caccia e del Territorio con una ricca collezione di armi da caccia e ritratti medicei – che torreggia nel cuore di Cerreto Guidi insieme alla Pieve di San Leonardo. La posizione della Villa era strategica anche rispetto al Padule di Fucecchio, che per le sue particolari condizioni ambientali in grado di attrarre numerose specie di uccelli la rendevano oltremodo appetibile per compiere battute di caccia. Anche per tale motivo Cosimo I de’ Medici si interessò a questo importante bacino idrico e fece costruire la Chiusa di Ponte a Cappiano, ancora visibile, per regimare l’altezza delle acque e poterle sfruttare al meglio per le coltivazioni ed i collegamenti fluviali.

Attraverso questo itinerario facente parte del progetto dei Cammini dell’Area Pratese – che si congiunge come già detto a quello della Via della Lana e della Seta e alla Via Francigena – si potranno conoscere in modo assolutamente sostenibile le bellezze naturalistiche e culturali del ‘Rinascimento fuori porta’ inaugurato dalla stessa famiglia Medici. La concomitanza dell’inaugurazione della Via Medicea nell’anno dedicato al turismo lento, non è casuale: un’offerta di turismo slow che propone al viaggiatore sentieri alternativi, nuove aree da scoprire, paesaggi da leggere in chiave diversa dal solito, in una regione tra le più gettonate da chi sceglie il cammino come stile di vacanza e prima ancora di vita. Con questa filosofia, che come Fooding Planet sposo in pieno, lo avrete capito, centri storici e paesaggi rurali non sono più una semplice cornice del viaggio ma il viaggio stesso, tra punti panoramici di rilievo, siti monumentali, opere d’arte, nuclei microurbani e persone.

La Via Medicea è il cammino che più di ogni altro marca uno straordinario paesaggio d’autore dove natura e arte hanno trovato nei secoli, e tuttora mostrano, sintesi magistrale. Un patrimonio dell’umanità fatto di armonia e bellezza grazie a quell’intreccio di ruralità e opera dell’uomo, storia, cultura. Paesaggi grandiosamente rappresentati dallo stesso Leonardo nei suoi dipinti e che tutt’ora emozionano chi ha la fortuna di attraversarli regalandogli un’esperienza memorabile.

Credit foto di copertina: Marco Badiani

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